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Come tarli

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L'estasi privata di un comandamento a distanza

un biglietto da visita trasportato dall'aria

una foglia

un petalo che cade e l'acqua del fiume 

il sole nella stenza avvertito da sotto le lenzuola

una parola al solito posto

bacio sul collo

i tuoi capelli che mi accarezzano

il seno profondo, un respiro radicale

le tue cosce lisce scoscese

un bicchiere di latte a mezzanotte

per trasformarsi in mantici che soffiano

la fiamma nel camino

un muro, la solita fatica a farmi vivo.

La percezione delle cose attraversa gli occhi

liquidi condotti e bollicine.

Saremo sedotti dai nostri pensieri sul bene

fino a credere di essere speciali

in dolci primavere la sensazione di essere immortali

nel rito dei ciliegi che sbocciano di scroscio sul mare.

Come un faro m'indicherai la strada che ti porta.

Un piccolo faro nella notte buia. Con tre dita afferro la bottiglia

e la gola si taglia di vino.

Per perdere la memoria che ti abita

lascerò la strada di casa verso una rotta silenziosa tra i castagni

dove l'erba imbandisce la tavola parca di un prato

e il vento sparecchia i desii

costanti i passi 

i battiti incandescenti e gli dei vicini

a spiarci dai buchi delle serrature, dai pori della pelle

dalle stelle che forano la coperta del cielo.

Cuccioli, giovani tarli del pensiero

che scavano vie d'uscita nello Spazio.

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